Equiclassica : il Dressage si veste di nuovo nelle Discipline Integrate ASI Sport Equestri.

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di Chiara Minelli

Una generica panoramica delle attività sportive a cavallo per atleti diversamente abili, ci ha portato, in precedenza, a parlare delle Discipline Integrate che danno il nome ad un dipartimento di ASI Sport Equestri nato all’insegna dell’integrazione oltre che dello sport.

Vale la pena ricordare che la visione complessiva di questo ambito offre svariate possibilità di partecipazione, individuali o di squadra, attraverso Dressage, Gimkana e Volteggio. Delle tre, quella che affonda maggiormente le sue radici nella tradizione equestre è il Dressage.

Regina nella teoria dell’Equitazione declinata in tutte le sue discipline, il Dressage è, invece, nella pratica, spesso ridotto a ruolo di Cenerentola; misconosciuto o poco apprezzato non trova nella pratica il ruolo di prim’ordine che meriterebbe sia nell’addestramento dei cavalli che nella corretta crescita dei cavalieri. Perché, ricordiamo, il Dressage è quel lavoro in piano che consente, là dove praticato correttamente, di costruire fisicamente un cavallo atleta potenziando le masse muscolari corrette, conferendogli equilibrio fisico e mentale e lavorando su scioltezza, leggerezza e soprattutto armonia. E poi naturalmente si può fare molto di più, giungendo a puri virtuosismi che rappresentano la vera poesia dell’Equitazione classica, ma che richiedono grande perizia affinché non sconfinino in aberrazione.

Consapevole dell’importanza della materia e conscio della necessità di una divulgazione maggiore fin dalla base, ASI Sport Equestri ha cercato di restituire al Dressage il ruolo di primaria importanza che gli sarebbe dovuto; in questo ha trovato terreno fertile proprio nel dipartimento Discipline Integrate che, per primo, ha abbracciato la possibilità di fare di questa disciplina una proposta fissa e fondante del proprio impegno.

Di qui la proposta sportiva che le Discipline Integrate fanno ai propri atleti; e di qui anche la formazione particolareggiata che ha introdotto il lavoro in piano ormai da qualche anno in tutti i corsi di formazione per Tecnici di Discipline Integrate partendo dal lavoro a terra, ivi compresi i rudimenti di lavoro alla longia, e giungendo a scandagliare l’ABC del lavoro in piano. 

In quest’angolo di Equitazione il lavoro in piano secondo dettami classici prende il nome, appunto, di Dressage Equiclassica.

Si tratta in definitiva di un  grafico preordinato composto da figure consecutive che cavallo e cavaliere eseguono da soli in un campo vuoto di misure prestabilite ; unico riferimento per il binomio sono le lettere poste all’esterno del campo in punti precisi determinati da distanze codificate. Tutto il lavoro è basato sulla precisione di esecuzione delle figure e sulla correttezza dei mezzi impiegati da cavallo e cavaliere.

Fortunatamente, seppur lentamente, il parterre di tesserati ASI (atleti e Tecnici) ha iniziato ad assaporare gli effetti positivi degli input trasmessi e la partecipazione al Dressage Equiclassica nelle tappe di Discipline Integrate, specchio dell’effettiva riuscita dell’operazione, ha subito negli ultimi due anni una crescita evidente.

A corroborare questi risultati ed a riconoscere l’importanza del lavoro in piano, è giunta la decisione dei vertici ASI Sport Equestri che, a seguito della codifica di nuove riprese, ha ammesso alcune di esse come valevoli per la qualifica necessaria agli Junior per iniziare ad uscire in gara nella disciplina del Salto Ostacoli.

Da quest’anno sono state codificate Nuove riprese quindi ed un nuovo slancio per Dressage Equiclassica la cui versatilità è riconosciuta in ASI sia per essere ammessa come prova propedeutica al Salto Ostacoli, sia per essere ammessa come specialità titolare tra le Discipline Integrate: qui la ritroviamo declinata in tutte le forme utili a fornire le più ampie possibilità di partecipazione; troviamo riprese codificate completamente al passo, come al passo ed al trotto, come alle tre andature; troviamo che per ogni categoria di andatura sono state codificate riprese più facili e più difficili con un criterio che si basa sulle figure utilizzate (valutandone la difficoltà cognitiva e fisica di costruzione di) oltre che sull’andatura. Qualsiasi utente quindi può trovare almeno una ripresa adatta alle sue peculiarità ed esigenze.

Integrazione a tutto tondo, quindi, se consideriamo che non esistono categorie separate o classifiche separate; e inclusione al 100 % se ricordiamo che i Giudici designati valutano solo il livello tecnico del binomio, indipendentemente dalla presenza di disabilità o meno, tant’è che vengono lasciati all’oscuro della natura dei binomi che andranno ad esaminare.

Un bell’esempio di inclusione piena dunque: di quelli a cui tutto il mondo mira, ma fatica a realizzare. Per una volta, anche questa non senza fatica, si è riusciti nell’intento, tra l’altro integrando il tutto con la buona Equitazione che parte dal lavoro in piano e dall’addestramento.