Spesso sento dire che ferrare i cavalli sia un male necessario, ma allora perché farlo?

Sembrerebbe che i primi ad applicare delle lamine  ferree di protezione furono i Galli, i Greci, i Romani e i Giapponesi, e mi  chiedo perché i popoli antichi sentirono la necessità di ferrare i cavalli? I cavalli selvaggi non vengono ferrati……..eppure hanno uno zoccolo e una suola durissima. Certo il cavallo selvaggio, la zebra o l’onagro proprio perché selvatici non hanno mai portato peso sul loro dorso, non hanno mai trainato carri, e non si sono mai impegnati in manifestazioni, gare, salti e via dicendo.

no foot, no horse

Il tempo con il suo andare modifica le caratteristiche degli individui, con il passare degli anni anche il cavallo sia per il modo di vivere che per l’influenza che l’allevamento ha avuto sulle caratteristiche delle singole razze, si è  notevolmente ingentilito diventando molto più fragile rispetto ai propri antenati.

Partendo da questa analisi si capisce perché ferrare è considerato un’arte. Una buona ferratura può far vincere o perdere una corsa, può evitare il deterioramento del piede come risanarlo da un male ed anche aiutare a rallentare il progredire di patologie ortopediche.

Allora la ferratura diventa anche terapeutica o correttiva e devo dire che in questi anni la mascalcia ha fatto notevoli passi avanti grazie anche a diversi studi svolti sulla biomeccanica e sulla biocinetica esattamente come è successo per analoghe ricerche condotte nell’ambito della medicina sportiva umana.

Ferrare diventa necessario, anche la storia lo insegna, nel Medioevo con l’avvento della cavalleria pesante dotata di animali molto robusti e montati da cavalieri appesantiti da grosse armature. Mentre prima venivano ferrati soltanto quelli dei nobili, si giunse alla ferratura di tutti gli animali.

Le guerre combattute da tutti gli eserciti e su tutti i fronti, impiegando largamente la cavalleria, indussero gli eserciti delle varie nazioni a creare delle scuole di mascalcia, allo scopo di formare quel notevole numero di maniscalchi pronti a ferrare decine di migliaia di cavalli e muli impiegati nelle attività belliche. In Italia, nel 1882, fu istituita la scuola di Pinerolo che è stata ormai chiusa come tante delle altre. A rimanere attiva oggi è soltanto quella la scuola militare di Grosseto che ha aperto le proprie porte anche ai civili.

I primi trattati di mascalcia vennero pubblicati nel XVI secolo quando si cominciarono a studiare l’anatomia del piede animale e tutte le possibili cure.

L’importanza di una corretta ferratura fu sancita con l’approvazione di un decreto britannico con il quale nel 1975, in Inghilterra,  fu sancito il divieto di ferrare i cavalli a chi non avesse la necessaria competenza.

Il maniscalco è una figura importantissima che ruota intorno al cavallo. Il termine maniscalco deriva dalle parole “mare” e “shall” (che in inglese significa rispettivamente giumenta e dovere) sta quindi ad indicare colui che cura e che si occupa dei cavalli…

In passato i ferri veniva forgiati a mano da una verga di ferro. Oggi si è passati all’uso di ferri fatti in fabbrica e si assiste  ad una proliferazione sul mercato di modelli, tipi, misure ecc. che includono anche ferri terapeutici e profilattici. Ma il ventaglio di materiali nuovi non si ferma al ferro in senso stretto, includendo anche sistemi di ferratura in lega, in plastica ecc.. Inoltre l’applicazione della chimica al mondo della mascalcia, oltre che della metallurgia, ha portato alla disponibilità di resine sintetiche e di colle specificatamente studiate per lo zoccolo.

Un cavallo in media va ferrato ogni 45 giorni, perché la crescita dell’unghia squilibra l’appiombo esponendolo a banali incidenti che potrebbero provocare alterazioni dei tendini, legamenti e delle articolazioni.

La ferratura va fatta in un ambiente nel quale il cavallo si possa trovare a suo agio, lontano da rumori molesti e distrazioni. E’ consigliata la presenza del proprietario.

La prima ferratura spesso coincide con l’inizio dell’addestramento dell’animale e generalmente si inizia ferrando soltanto gli anteriori. Le varie fasi della prima ferratura vanno eseguite con estrema calma dando la possibilità al cavallo di capire quello che sta avvenendo. Modi bruschi o frettolosi potrebbero rendere traumatica l’esperienza e lasciare un ricordo negativo difficile da cancellare.

Concludo citando un vecchio proverbio inglese “ NO FOOT , NO HORSE” (niente piede, niente cavallo) che esprime con chiarezza l’importanza di una buona cura del piede per la salute generale del cavallo. La collaborazione maniscalco-veterinario è imprescindibile per arrivare ad uno scopo comune: il benessere del nostro amico cavallo.

 

Photo: Guia Pavese